Interporti e centri logistici
Il trasporto multimodale e la logistica coinvolgono l’intera rete infrastrutturale dei trasporti (autostrade, porti, scali ferroviari merci, aeroporti, interporti). Le competenze in materia sono attribuite ad ART, tra l’altro, dalla legge istitutiva (articoli 37 e 43 del d.l. 201/2011).
Nella generale cornice regolatoria è doveroso evidenziare le misure concernenti l’accesso agli impianti di servizio e ai servizi ferroviari della delibera n. 130/2019, ed in particolare gli impianti, ove si svolgono attività industriali o logistiche, ivi compresi i porti e le aree di sviluppo industriale, interconnessi direttamente o indirettamente all’infrastruttura ferroviaria mediante uno o più binari. Rientrano in tale fattispecie anche gli impianti raccordati, come definiti dall’articolo 3, comma 1, lettera ss) del d.lgs. 112/2015.
Gli interporti, così come definiti dal Servizio Studi della Camera dei deputati (nota 1) ,“costituiscono, insieme ai porti ed ai terminal intermodali, uno dei c.d. “nodi intermodali”, ossia delle infrastrutture dedicate allo scambio modale e all’interconnessione fra le reti. Un interporto può essere definito come un complesso di infrastrutture e servizi finalizzati allo scambio di merci tra diverse modalità di trasporto. Come evidenziato nel Piano strategico della portualità e della logistica, si tratta di strutture complesse, che si collocano al centro della supply-chain e che sono in grado di accogliere non solo imprese di trasporto e logistica, ma anche aziende specializzate in lavorazioni differenti (imballaggi, assemblaggi, etichettature ecc.)”.